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Un libro d'introspezione e meditazione, che non si rivolge, quindi, a spiriti gelidi ed animi aridi. Un libro che richiede anzi una lettura partecipe, fuori di ogni stereotipo di maniera, perché la poesia ha rappresentato sempre la voce autentica dell'essere umano, strettamente legata alla coscienza linguistica e all'identità, che una lingua esprime e rappresenta. Noi, il nostro io e gli altri tutti, non abitiamo tanto e solo un luogo, "abitiamo una lingua". Una lettura, dunque, da non farsi distrattamente e svagatamente, per mera ricreazione ed evasione o per sola piacevolezza estetica. Parole in cammino inclini a cogliere il mutevole e il cangiante. Parole per una "veritas errante sempre aperta nel suo andare senza via e senza fine". Parole tese a cogliere l'altro, l'altrove, l'alterità. Perché la verità cammina sull'acqua di mare, sulla corrente del fiume, su ponti oscillanti nell'abisso. Su terreni impervi.